Itinerari

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Per secoli i sentieri delle Cinque Terre sono stati l'unico collegamento tra un paese e l'altro e tra questi e l'entroterra.
Oggi la rete che si sviluppa per oltre 120 chilometri consente di apprezzare e visitare tutto il territorio, attraverso sentieri dalle diverse tipologie.

Si ricorda quindi che la percorrenza sui tracciati del Parco nazionale delle Cinque Terre dovrà sempre avvenire in condizioni meteo climatiche buone, con calzature adatte e da parte di persone dotate di buona pratica escursionistica.
Verifica in tempo la percorribilità della rete sentieristica al link CINQUE TERRE HIKING GUIDE: in versione App scaricabile da Apple Store o da Google Play oppure chiedi alla reception sarà un grande piacere poterti aiutare. 

DI SEGUITO LA DESCRIZIONE DEI SENTIREI:
Da Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola, Riomaggiore.

Itinerari escursionistici con partenza da:


Monterosso


Escursione ad anello sui sentieri alti del borgo caro a Montale: tra scaglie di mare, rocce giurassiche, antiche limonaie e fioriture.

Non c'è punto panoramico alle Cinque Terre che non contempli Punta Mesco, promontorio che ad ovest chiude l'Area Marina Protetta dividendo il borgo di Monterosso al mare da quello di Levanto. L'escursione virtuale di questa settimana conduce proprio sopra a questa imponente formazione rocciosa, luogo delle passeggiate giovanili del poeta premio Nobel Eugenio Montale.

Un percorso ad anello con partenza ed arrivo al borgo, passando per Valle del Morione, attraverso un patchwork di ambienti ed emergenze naturalistiche. Nell'arco di pochi chilometri, rocce giurassiche, antiche limonaie e resti di una storia antica.

Lunghezza, 8.6 km, Dislivello 509 m, Difficoltà EE

Per arrivare in alto e poter "osservare tra frondi il palpitare lontano di scaglie di mare", l'itinerario prende le mosse dal paese vecchio attraverso il sentiero che da Via Roma risale lungo la Valle del Morione: qui si incontrano imponenti muri in arenaria costruiti con legante a calce che racchiudono antichi orti di limoni.

Salendo lo scenario cambia e, tra la frescura di lecci, querce da sughero, castagni e corbezzoli, alternati a coltivi a vigna ed ulivi, si arriva fino all'Eremo della Maddalena dove, nei pressi del vigneto storico si può apprezzare l'installazione bio "A radici scoperte" dell'artista Marco Nones.

Imboccando il sentiero n. 591 da Colla di Gritta, Sella Bagari verso Punta Mesco, lo scenario cambia decisamente ed i passi si muovono sul dorso della montagna.


Sul crinale la storia la raccontano le rocce, praticamente si cammina "sul Giurassico". Fino al promontorio del Mesco si può osservare una sezione di quello che milioni di anni fa era un oceano, la Tetide: dapprima si incontrano gabbri e serpentiniti, rocce magmatiche poi argilliti e arenarie del Gottero che, sul Mesco, si presentano in potenti strati e falesie.

Il paesaggio si fa lunare, tra i colori della macchia mediterranea spiccano ginepro, mirto ed elicriso, in questa stagione sono copiose le fioriture di timo e dell'euforbia spinosa ligustica.
Da un lato l'infilata sulle Cinque Terre dall'altro Levanto fino al promontorio di Portofino. Infine tra corbezzoli, cisti, ed altre essenze, tra le quali spicca la Santolina Ligustica, si arriva all'Eremo di Sant'Antonio*, circondato dalla fitta lecceta che da frescura e crea un'atmosfera sospesa nel tempo.

Il tratto di rientro è tutto in discesa sull'SVA n. 590, fino alla Pagoda Giallognola, la villa dalle due Palme, casa estiva del poeta di Ossi di Seppia. 
Una targa su cui è inciso il verso "la casa delle mie estati lontane t'era accanto, lo sai, là nel paese dove il sole cuoce e annuvolano l'aria le zanzare" prelude alle suggestioni promesse dal borgo e anticipa l'arrivo alle calde spiagge di Località Fegina 

Le murature visibili sono ciò che rimane di un eremo fondato dai monaci Agostiniani probabilmente attorno alla metà del XIII secolo. A dominio di un vasto arco costiero, dall'isola del Tino fino al promontorio di Portofino, non esclude che esso fosse utilizzato fin dall'alto medioevo come punto di avvistamento e segnalazione.

Vernazza


Escursione sui sentieri alti che abbracciano Vernazza. Una continua scoperta di testimonianze culturali e religiose, di ambienti di quota che si fondono con quelli costieri. 

Come tutti gli altri paesi delle Cinque Terre anche Vernazza ha due anime: quella del borgo aggrappato alla roccia e quella delle montagne che si sviluppano in verticali da vertigine fino al mare. Il percorso escursionistico ad anello con partenza dal centro del paese, passando per il Santuario di Nostra Signora di Reggio, fino al Monte Santa Croce, è una continua scoperta di testimonianze culturali e religiose, di ambienti di quota che si fondono con quelli costieri. Paesaggi dove si può sempre guardare altrove, scoprendo ad ogni passo una natura salubre e potente.

Difficoltà Escursionistica Esperto| Lunghezza km 13.39

L'itinerario inizia da Via Brigate Partigiane incontrando le prime edicole raffiguranti le Stazioni della Via Crucis. Salendo di poco si costeggia L'ex convento dell'ordine francescano, situato nella parte alta dell'abitato, oggi sede del municipio e poi il cimitero da cui è possibile osservare il borgo dall'alto, le sue torri, la marina e le coste, alcune terrazzate. Il sentiero si fa ampio e lastricato fino ad incontrare una cappelletta dedicata a San Bernardo. 

Affacci sul borgo ed il bacino del suo canale, il più ampio delle Cinque Terre si alternano lungo la salita. Tra muri costruiti su grossi roccioni, ulivi e fasce riguadagnate dall'erica arborea, si arriva al Santuario di Nostra Signora di Reggio. 

La chiesa ed il parco circostante meritano una sosta, sia per il panorama sia per i maestosi alberi come tigli, lecci, ippocastani, tuje ed il cipresso monumentale* di 800 anni che con le sue misure da record (23 metri di altezza e 490 centimetri di circonferenza circa) è una sorta di campanile vegetale che sfida quello di pietra. Una grotta artificiale ospita una fontana con grossi mascheroni in marmo immersi nel capelvenere da cui scorga acqua fresca.


Lasciando dal lato monte questa oasi spirituale si sale attraverso una scorciatoia all'ombra di un bosco misto che porta alla strada asfaltata fino all'imbocco del sentiero 582 dove si gode una delle viste più suggestive e verticali sul borgo. 

Il tratto si sviluppa lungo le valli tra Monterosso e Vernazza ad una quota che oscilla dai 350 ai 500 metri. Folta la macchia mediterranea che si incontra lungo il sentiero con panorami mozzafiato. 

Arrivati in località Termine si percorre nuovamente un tratto di strada asfaltata fino all'imbocco dell'Alta Via delle Cinque Terre. Una galleria di ginestroni accompagna alla breve deviazione per raggiungere il Monte Santa Croce dove è presente una cappelletta ed un ampio prato. Con un ultimo sguardo sul Mesco, su Monterosso e la costa verso ponente, si attraversa la fitta macchia fino a raggiungere una bellissima lecceta. 
Da località Foce di Drignana si percorre il sentiero n. 508 che coincide con la strada asfaltata, fino a incontrare nuovamente in Santuario. 

*Il cipresso monumentale 

L'esemplare di Cupressus Sempervirens L., giunto al suo ottocentesimo compleanno, svetta maestoso con la sua chioma di fiamma lanciata verso il cielo. 

Non è un caso se proprio un cipresso sia stato piantato accanto all'edificio di culto: nell'antichità infatti il suo fogliame sempreverde, il legno durevole e la straordinaria capacità di riprendersi ad eventi meteorici avversi, erano considerati simboli di longevità e vita eterna. 

Un prodigio della natura, messo a dimora dopo la costruzione del santuario di Vernazza, citato nell'Inventario Nazionale degli Alberi Monumentali del 1990.

Corniglia


Alla scoperta dei sentieri alti del borgo di Cornglia, attraverso l'escursione ad anello dal mare al bosco di crinale, fino ai terrazzamenti del vino, tutto è collegato. 

Il percorso escursionistico ad anello proposto questa settimana e' utile per comprendere la connessione tra i diversi ambienti delle Cinque Terre.

Camminando sulle scalinate in pietra che partono dal borgo di Corniglia, fino al bosco di crinale, per poi attraversare la sinfonia di vigne e muri a secco nei pressi di Volastra, non e' difficile intuire il collegamento tra tutti gli elementi che compongono il paesaggio e l'uso sapiente del bosco da parte di generazioni di contadini "architetti". Ed è quasi inevitabile avvertire un senso di riconoscenza nei confronti di chi, prima di noi, ha costruito questo straordinario dedalo di percorsi, che ancora oggi permette di accedere a luoghi così irripetibili e incontaminati.

Difficoltà Escursionista Esperto
Dislivello positivo m. 544
km. 9, 13

Il percorso prende avvio nei pressi del retro della chiesa di San Pietro e Paolo** proprio in coincidenza con una fontana che invita a rifornirsi di acqua fresca prima di intraprendere la salita in verticale sulla scalinata delsentiero n. 587.

Tra ulivi e vigneti la traccia procede poi attraversando una pineta ed incontra il sentiero n. 586 proveniente da Volastra. Si continua a salire nel bosco nei pressi della località Case Pianca fino a quando il percorso si innesta sulla Strada Provinciale 51 che percorre per circa 200 m in direzione Nord. Si imbocca quindi lo stretto e ripido sentiero in salita sulla destra addentrandosi in una maestosa lecceta che culmina sull'Alta Via delle 5 terre.

Lecci, cerri e ginestroni che si sviluppano lungo un tratto pianeggiante consentono di camminare al fresco anche nella stagione estiva fino all'imbocco con il sentiero n. 506 che raggiungere la Strada dei Santuari (sentiero n. 530) in prossimità del borgo di Volastra. Primitive e laboriose le Cinque Terre che si scoprono su questo tratto dove si incontrano ruderi e resti delle antiche teleferiche. La vegetazione lascia ancora intravedere un racconto di utilizzo intelligente del bosco e delle pendenze estreme come mezzo di trasporto dei materiali a valle, ma anche di vie di collegamento tra comunità della costa e dell'entroterra.




Per ritornare verso Corniglia si imbocca il sentiero n. 586 dal Santuario di Nostra Signora della Salute fino a Case Pianca. Nel primo tratto si cammina tra terrazzamenti a perdita d'occhio. Il mare è lontano eppure pervade lo scenario. Lo stesso mare e la stessa luce che poi si ritroveranno negli ottimi vini Cinque Terre DOC, Bianco e Sciacchetrà. Questo tratto panoramico chiamato "Le Coste" è infatti uno dei più vocati alla coltivazione della vite ed è ancora ben visibile il disegno geometrico dei versanti attraverso la tecnica agricola delle fasce costruite con muri a secco, utile per ricavare fazzoletti di terra coltivabile ma anche per mantenere la stabilità dei versanti.

Il tracciato procede in falsopiano poco a valle della Strada Provinciale 51 fino alla località Case Porciana. Superate le poche abitazioni, si entra quindi nel bosco che ha preso il posto di vigneti abbandonati e si prosegue, ma sempre con affaccia panoramici, fino a raggiungere nuovamente l'incrocio con il sentiero 587 Corniglia-Cigoletta per poi ridiscendere a Corniglia 

*La parrocchia di San Pietro è uno fra i monumenti più interessanti di tutta la costa, bellissimo esempio di gotico ligure. L'edificio, che mostra una chiara simbologia templare, fu eretto nel 1334, mentre nel 1351 fu realizzato il rosone in marmo bianco di Carrara. All'interno sono particolarmente interessanti il fonte battesimale del XII secolo, le statue degli evangelisti e il polittico diviso in spicchi che raffigura i Maestri.

Manarola


Verticalità e visioni contadine attraverso l'anello sui sentieri alti da Manarola, passando per le sue frazioni, Collina del Corniolo e Strada dei Santuari. 

Difficoltà Escursionista Esperto
Lunghezza 8,32 km

Il percorso prende le mosse da Manarola attraverso il sentiero n. 506 fino a località Piè di Fiesse dove, in prossimità di un'edicola dedicata alla Madonna della Salute, si imbocca il n. 502.

Alti gradini irregolari, taluni scavati nella roccia, tagliano orti e terrazze sulle quali sono ancora visibili alcune vigne coltivate secondo la tecnica tradizionale a pergole basse.

Si cammina lasciando alle spalle uno spicchio di mare che, salendo, si allarga sempre di più, cosi come via via si delineano meglio le case del Groppo, sovrastate da quelle di Volastra, entrambe disposte a raggera e immerse negli olivi.

Splendidi affacci si susseguono fino ad imboccare il sentiero n. 532c, attraverso Pini marittimi, Castagni, Ginestroni, Eriche, Cisti ed altri fiori ed essenze della macchia mediterranea. 

La vegetazione spontanea cede nuovamente il passo al paesaggio agricolo che si apre sulle fasce, a tratti ancora ben curate, lasciando immaginare quanto doveva essere suggestivo il disegno delle vigne che in passato si sviluppava fino a circa 500 metri.

Mentre si continua a camminare lungo il fianco della montagna sezionata da muri a secco, in direzione della Collina del Corniolo, si scorge in lontananza Manarola affacciata sul mare al fondo della valle. 

Arrivati al Corniolo si avverte la sensazione di camminare sulla prua di una nave che divide Manarola da Riomaggiore e li "veglia" dall'alto; ad est il Santuario di Nostra Signora di Montenero, ad ovest, un'infilata a perdita d'occhio sulla costa delle Cinque Terre. Le vigne, questa volta a filari, sembrano delle note su uno spartito musicale. 


Riempiti gli occhi di bellezza, si continua a salire sul sentiero n. 532 verso la Strada dei Santuari e, prima di rientrare nel bosco misto, un affaccio in località Zuncone ci regala una delle viste più suggestive ed inedite su Manarola. 

Raggiunto il sentiero n. 530 si prosegue camminando in quota su di un'ampia strada sterrata e si raggiunge il suggestivo borgo di Volastra. Circondato da ulivi e vigne, il paese vale una sosta ed una visita al Santuario di Nostra Signora della Salute.

Per riguadagnare la discesa verso Manarola si imbocca il sentiero n. 506 c che, tra orti nascosti in una stretta valletta, custodisce un piccolo gioiello: la Fontana del Vistun, un'antica sorgente ricoperta di Capelvenereabbellita da un bassorilievo, dove in passato gli abitanti del borgo si rifornivano quotidianamente di acqua potabile.

Lasciando questo luogo magico, attraverso i coltivi, si arriva alla frazione del Groppo, in cui sfocia copioso il Rio omonimo, per poi proseguire sulla strada del ritorno con i sentieri n. 506v e poi nuovamente sul n. 506, fino al borgo di Manarola.

Insomma la verticalità non fa paura se la ricompensa è un'immersione totale nella natura; un'esperienza in quelle stesse visioni di generazioni di contadini che, pietra su pietra, terra su terra, hanno costruito questo straordinario paesaggio, Patrimonio Mondiale dell'Umanità UNESCO.

Riomaggiore


Le bellezze del percorso escursionistico ad anello dal borgo di Riomaggiore attraverso le sue antiche vie di pellegrinaggio. 


Di per sé l'atto del camminare aiuta nella comprensione di ciò che ci circonda, ancor di più se avviene in luoghi di memoria collettiva locale, fra tradizioni, spiritualità e segni architettonici sopravvissuti al tempo ed alla modernità. Questo percorso ad anello con arrivo e partenza da Riomaggiore, consente di guadagnare la bellezza delle alture che dominano sul borgo e le sue antiche vie di pellegrinaggio, collegamento secolare tra la costa delle Cinque Terre e l'entroterra.

Un'occasione anche per esplorare la ricchezza di biodiversità che, nell'arco di pochi chilometri, si sviluppa dando vita a diversi ambienti, nei quali, il segno dell'uomo è misurato ed armonioso.

Difficoltà Escursionista Esperto | Lunghezza: 8,50 km

L'itinerario prende le mosse da località Lavaccio mediante il sentiero n. SVA - 593, costeggiando il torrente Rio Maggiore il cui fluire, ora in cascatelle tra la roccia, ora in rivoli, accompagna piacevolmente buona parte della salita fino al Santuario di Nostra Signora di Montenero.

Questo tratto che conduce al Santuario, detto anche La Via Grande, si sviluppa tra muri a secco e coltivi , alcuni dei quali riguadagnati dalla vegetazione spontanea, all'ombra di castagni, pini marittimi ed essenze della macchia mediterranea. 

A scandire il tracciato, in parte in terra battuta e in parte sapientemente lastricato, le 13 edicole votive dedicate alla Madonna, donate dalle famiglie del borgo. Non solo i tabernacoli, ma anche la maestria nella sistemazione delle grandi pietre che accompagnano il cammino, sono un segno dell'importanza e dell'attaccamento della comunità riomaggiorese a questo sentiero.

Giunti sulla cima del promontorio che accoglie il Santuario (Q. 340 m.s.l.m.), attestato a partire dal 1335 d.c., si viene accolti dall'edificio che domina con fierezza uno dei panorami più suggestivi della zona e che guarda tutto il tratto di costa delle Cinque Terre fino a Punta Mesco, sconfinando fino a Portovenere e all'isola Palmaria.


Lasciando alle spalle il retro della chiesa e proseguendo in direzione della Strada dei Santuari (sentiero n. 530) si attraversa una galleria di lecci e, tra affacci e ampie vedute il percorso sale fino a Località Casarino (Q. 405 m.s.l.m.) per poi proseguire lungo un breve tratto di strada asfaltata fino ad imboccare il sentiero n. 530 C in direzione della SCALA SANTA.

La suggestiva scalinata sembra sospesa nel tempo. Muschi, licheni ed i giochi di luce tra gli alberi la rendono perfettamente integrata con la natura circostante. Il suo sviluppo è ripido e in verticale su grandi blocchi di pietra arenariaestratti dalla vicina cava Schiappacasse. Si tratta di un elemento architettonico significativo dell'antica via di pellegrinaggioche metteva in collegamento il Santuario della Madonna di Montenero con quello dell'Agostina, situato nel Comune di Riccò del Golfo.

La scalinata, nella frescura del bosco, conduce cosi sull'Alta Via delle Cinque Terre, AV5T, sentiero di crinale, vera e propria cerniera escursionistica con la vicina Val di Vara. 

Giunti al Bivio Bramapane (Q. 623 m.s.l.m), si continua a camminare nell'ampio sentiero immerso nel bosco misto, in questa stagione colorato dalle fioriture di zafferano selvatico, eriche e scille bifoglie.
Anche qui gli affacci non mancano di stupire per le insolite visuali dall'alto su Riomaggiore, le sue frazioni e la costa delle Cinque Terre.

Per ridiscende al borgo, fino al Castello si imbocca il sentiero 501 che, tagliando in verticale la strada dei Santuari, conduce alla Costa del Campione (Q. 395 m.s.l.m.), punto particolarmente panoramico dal quale si può ammirare nuovamente ad est il Santuario di Montenero e ad ovest la Collina del Corniolo e quella dei Magnati due zone particolarmente vocate per la produzione di Vino Bianco e Sciacchetrà DOC Cinque Terre. 

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